Newsroom _Data Governance

Quanto valgono i nostri dati?

Il nuovo petrolio dell'era digitale

Il valore dei nostri dati

Tempo di lettura: 12:20 minuti

Tempo di lettura: 6 minuti

I dati sono spesso definiti il nuovo “petrolio” dell’era digitale. Con miliardi di terabyte generati ogni anno, il loro valore e il loro potenziale economico sono enormi. Ma quanto valgono veramente i nostri dati e come possiamo sfruttarli al meglio con l’aiuto dell’AI? Scopriamolo insieme.

Data Governance

Sempre più spesso si fa riferimento ai dati come il nuovo “petrolio”, inteso come ricchezza che genera economia e denaro. Ogni anno vengono generati 2,5 Milioni di Terabyte di dati e si stima che entro il 2025 il valore totale dei dati generati dall’umanità raggiugerà i 180 Zettabyte. Una dimensione che è molto difficile immaginare nella sua complessità. Sono diversi gli esempi che si possono fare, ma forse quello che rende di più è la similitudine con il DVD da 8GB di dati. Ecco, 180 Zettabyte corrispondono a 21 miliardi di DVD, si potrebbe ricoprire la superficie del nostro pianeta per ben 42 volte.
Dal 2020 siamo entrati ufficialmente nell’era dell’efficienza. Abbiamo generato troppi dati digitali, nessuno può fare una stima di ridondanza con precisione, ma sappiamo benissimo che ci sono anche dati inutili nei nostri archivi. Mettere ordine richiederebbe talmente tanto impegno in termini di ore lavorative che non sarebbe auspicabile prendere in considerazione questa soluzione. Mettere mano su questi dati non è quindi facile. Sappiamo che molti dati non sono strutturati e non sono archiviati nel modo corrette per essere facilmente consultabili. Questa attività richiede un lavoro altrettanto dispendioso in termini di tempo. La tecnologia oggi ci mette a disposizione l’AI, nei più disparati modi, dal machine learning alla Generativa AI, grazie agli LLM, Large Language Model.

I rischi dell'AI generativa generalista

Ci sono dati e dati, e il loro valore oggi dipende proprio dalla loro conformazione. Generare valore dai dati dipende molto dalla loro struttura e da come negli anni gli abbiamo raccolti e gestiti. I nostri database possono valere molto più di quanto possiamo immaginare. Potrebbero determinare il successo o il fallimento delle nostre aziende nei prossimi anni. Dipende se saremo in grado di poterli sfruttare grazie all’AI. L’utilizzo di soluzioni GPT generaliste da parte delle organizzazioni porta con se una serie di rischi.

Valore strategico dei dati proprietari: I dati proprietari di un’organizzazione possono contenere informazioni uniche e preziose sul mercato, sui clienti e sui processi interni. L’utilizzo di questi dati con modelli GPT può generare insights competitivi non ottenibili da fonti pubbliche.

Rischi di privacy e sicurezza: L’uso di GPT su dati sensibili richiede particolare attenzione alla sicurezza per evitare fughe di informazioni. È fondamentale implementare rigide politiche di accesso e crittografia per proteggere i dati durante l’elaborazione con l’AI.

Gestione della conoscenza interna: Le GPT possono essere utilizzate per analizzare e sintetizzare grandi volumi di documenti, migliorando la condivisione della conoscenza. Tuttavia, è necessario implementare sistemi per mantenere la segregazione delle informazioni tra reparti quando richiesto.

Compliance e regolamentazioni: L’uso di AI su dati sensibili deve rispettare normative come GDPR, CCPA, o regolamenti specifici del settore. È essenziale documentare e monitorare l’utilizzo dei dati nei processi AI per garantire la conformità.

Bias e qualità dei dati: I dati proprietari possono contenere bias storici o errori che potrebbero essere amplificati dall’AI. È cruciale implementare processi di pulizia e validazione dei dati prima dell’utilizzo con GPT.

Integrazione con i processi aziendali: L’implementazione di GPT su dati proprietari dovrebbe essere allineata con gli obiettivi strategici dell’azienda. È necessario promuovere una cultura data-driven e AI-friendly all’interno dell’organizzazione.

Una PrivateGPT può essere la soluzione

Proprio perché sono così preziosi, è bene per le organizzazioni riuscire a tenere sotto chiave i propri dati ed che possano essere utilizzati per scopi che non sono strettamene correlati al proprio business. Cedere i propri archivi a motori di AI esterni può essere un vantaggio solo per i big player ai quali vengono di fatto “regalati”. Vi ricordate l’avvento del GDPR? In questo caso parliamo di un concetto molto diverso che si ricollega sicuramente alla riservatezza dei dati, ma ben più alla possibilità di sfruttare i dati di terzi per addestrare modelli esterni alle aziende, le quali nulla potranno rivendicare in futuro.

L’AI è una tecnologia nuova e come tutte presenta dei vantaggi e degli svantaggi.

Una buona politica di Data Governance aziendale aiuterebbe a gestire tutto il processo della digital transformation in ottica di consolidamento della propria sovranità digitale, senza dover per l’ennesima volta regalare i propri dati per favorire il big player di turno.

Oggi è possibile. La soluzione si chiama PrivateGPT. Un sistema che replica di fatto la tecnologia GPT (Generative Pre-trained Transformer) in una configurazione cosiddetta in Locale, cioè sul proprio hardware, riuscendo a risparmiare anche il 50% rispetto ai costi sulle API di OpenAi o Anthropic.
La trasformazione di Apply in una Digital Thinking Company è un esempio brillante di come un’organizzazione possa reinventarsi. L’approccio di Apply non si limita a offrire soluzioni preconfezionate, ma si basa sul pensare e co-creare strategie insieme ai clienti. Questo approccio personalizzato e orientato al futuro è ciò che distingue veramente Apply nel panorama della consulenza digitale.

Chiedi ad Apply maggiori informazioni per la tua organizzazione. Se vuoi entrare nell’era dell’efficienza, questo è il momento migliore.
Condividi questo articolo

We are Apply

Siamo connessi da Cagliari ma il nostro raggio d’azione non ha limiti.
Progettiamo il tuo percorso verso il futuro.